Smart mobility
BIRD inizia il Chapter 11, quale impatto sull’Italia?
Bird Global Inc, operatore globale nel settore dello scooter-sharing ha depositato la richiesta di Chapter 11 per consentire l’esecuzione di quello che viene definito dalla società “un processo di ristrutturazione e rafforzamento dello stato patrimoniale”.
La decisione segue il delisting della società avvenuto a fine settembre a seguito della società di raggiungere la capitalizzazione minima di 15 milioni di dollari e la perdita dell’80% della capitalizzazione dall’inizio dell’anno al delisting stesso.
Bird opera anche in Italia nelle città di Milano, dove però non è risultata tra le vincitrici vincitrice del nuovo bando, Torino, Verona, Firenze, Rimini, Palermo, Roma, Viareggio, Pesaro e Aprilia. L’azienda dichiara che riuscirà a garantire la continuità durante il processo di ristrutturazione anche grazie alla concessione di 25 milioni di dollari di liquidità aggiuntiva dai creditori esistenti. Non sono però ancora chiari i termini di questa continuità e il ridimensionamento possibile nei prossimi mesi, anche se le società che operano in Europa e Canada non sono coinvolte direttamente dalla procedura.
Carnovale (Scuter): Problema intrinseco al modello di Bird e di tutti gli operatori della prima generazione di sharing: logistica inefficiente e mezzi non sicuri.
Abbiamo chiesto il parere di Gianmarco Carnovale, founder and CEO di Scuter, startup italiana che propone una nuova via allo scooter sharing, candidandosi a superare i limiti degli operatori presenti sul mercato.
“Con l’ennesimo fallimento di un operatore, diviene sempre più manifesto che la “bolla” della prima generazione di sharing si è basata su mezzi che erano inadeguati a sostituire la mobilità urbana individuale: da una parte i monopattini, a raggio brevissimo, pericolosi per utilizzatori e pedoni, e quindi usati pochissimo (in media 0.6 corse al giorno per mezzo); dall’altra ciclomotori ed automobili di tipologia ‘commerciale’, progettati per l’acquisto da un singolo proprietario ed un uso limitato, e che in un servizio di condivisione si sono rivelati troppo fragili. Entrambi i modelli si sono rivelati finanziariamente insostenibili, i primi per i ricavi troppo bassi in rapporto ai costi di logistica, i secondi per la vita troppo breve dei mezzi. Noi in Scuter riteniamo che lo sharing sia la soluzione per rimuovere il traffico e l’inquinamento da veicoli privati nelle città, ma deve basarsi su mezzi resistenti ad un uso intensivo – come per esempio sono gli autobus – e in grado di soddisfare esigenze di mobilità di medio e lungo raggio, con qualsiasi condizione di tempo, usando la viabilità ordinaria in sicurezza e confort, e consentendo di ridurre i tempi. Questa convinzione è il motivo per cui, per primi al mondo, abbiamo lavorato per anni ad un mezzo speciale – oggi in produzione in serie, in Italia – che inizieremo a offrire direttamente in alcune città, ma anche a dare in licenza ad operatori di mobilità locali e in noleggio per flotte aziendali”
Come funziona il Chapter 11
Il Chapter 11 è una procedura legale prevista dal codice fallimentare degli Stati Uniti d’America, che consente a un’azienda di continuare le sue attività mentre cerca di riorganizzare e ristrutturare il proprio debito. In pratica, una volta che un’impresa si trova in difficoltà finanziarie, può presentare una petizione di Chapter 11 presso un tribunale federale.
Questo processo fornisce all’azienda una pausa dalle richieste dei creditori, consentendole di elaborare un piano di ristrutturazione del debito che soddisfi sia i creditori che la stessa azienda.
Durante questo periodo, un trustee supervisiona le operazioni quotidiane e il processo di ristrutturazione. Se il piano viene approvato dal tribunale e dai creditori, l’azienda può evitare il fallimento e cercare di tornare alla redditività.