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Cisco e NetHope assieme per proteggere le organizzazioni umanitarie
Nel mondo digitale di oggi, la sicurezza informatica è una priorità che non può essere trascurata da nessuna organizzazione, nemmeno dalle ONLUS e ONG. Un recente studio ha rivelato una statistica allarmante: quasi la metà delle organizzazioni umanitarie internazionali ha subito almeno una violazione informatica, mentre il 65% dichiara di non sentirsi adeguatamente protetta sul fronte della cybersicurezza.
A condurre questa indagine è stato Cisco, in collaborazione con NetHope, un consorzio di circa 60 organizzazioni no-profit specializzate nel miglioramento della connettività IT tra le organizzazioni umanitarie. Questa collaborazione ha una storia di oltre 20 anni, e ha recentemente portato alla luce una situazione critica in tema di sicurezza digitale.
Minacce informatiche in momenti critici
In situazioni di crisi umanitaria, le organizzazioni no-profit e non governative sono spesso tra le prime ad intervenire, nonostante i pericoli o le distanze da coprire. Purtroppo, questa dedizione viene sfruttata dai criminali informatici per scopi politici o per rubare dati sensibili, finanziari o governativi.
Per far fronte a questa situazione, è stato istituito il “Digital Protection Program.” Questo progetto mira a rafforzare la cybersicurezza delle organizzazioni no-profit non solo attraverso la fornitura di tecnologia, ma anche attraverso la condivisione di conoscenze necessarie per combattere i criminali informatici, specialmente in situazioni di emergenza umanitaria. Questo programma rappresenta uno dei pilastri dell’impegno quinquennale di Cisco nei confronti di NetHope e include un contributo di 15 milioni di dollari, escluse ulteriori donazioni tecnologiche.
Cisco e Nethope: la sicurezza informatica una nuova priorità
Erin Connor, Director, Cisco Crisis Response, ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, affermando: “La sicurezza informatica e la protezione digitale sono state purtroppo sottovalutate da molte organizzazioni no-profit. La priorità di queste realtà è fornire aiuto alle comunità più vulnerabili. È davvero difficile immaginare il motivo per cui le organizzazioni criminali prendano di mira persone che hanno come unico scopo quello di fare del bene, ed è per questo che vogliamo assicurarci che per lo meno non rappresentino bersagli troppo facili”.
Costruire una cultura della cybersecurity
La collaborazione tra Cisco e NetHope non si limita alla fornitura di tecnologie e conoscenze per proteggere le organizzazioni umanitarie. Mirano anche a costruire una vera e propria cultura della cybersecurity. Cisco Talos, la più grande organizzazione privata di intelligence al mondo dedicata alla cybersecurity, fornisce a NetHope briefing strutturati sulle minacce informatiche rilevate nelle zone in cui operano le organizzazioni umanitarie. Questo permette alle organizzazioni di adottare approcci più sicuri.
Inoltre, data la carenza di talenti nel settore della cybersecurity, molte ONLUS e ONG non dispongono di team dedicati alla sicurezza informatica. Ecco perché Cisco e NetHope hanno istituito programmi di formazione per consentire a un maggior numero di persone di apprendere le competenze necessarie. NetHope sta anche valutando la possibilità di utilizzare la Cisco Networking Academy, un programma che oggi conta nel mondo più di 17,5 milioni di iscritti, ma nei suoi primi 25 anni di attività è riuscito a coinvolgere in Italia oltre 320.000 persone.
Una battaglia impegnativa
I criminali informatici hanno competenze molto avanzate e spesso fanno parte di gruppi ben finanziati. La posta in gioco è alta, e le organizzazioni no-profit non possono più affrontare da sole il tema della cybersecurity. La collaborazione tra Cisco e NetHope rappresenta un passo importante per proteggere chi dedica la propria missione al bene dell’umanità, garantendo che possano operare in sicurezza, anche in ambienti complessi e pericolosi.