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Criptovalute, nuova stangata dal governo: l’aliquota arriva al 42% per le plusvalenze

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Doccia fredda per i possessori di criptovalute. Il vice ministro all’economia Maurizio Leo ha dichiarato che nel 2025 “per le plusvalenze da bitcoin prevediamo un aumento della ritenuta dal 26% al 42%”.

L’affermazione arriva dall’ultima conferenza stampa per presentare le decisioni prese durante il consiglio dei ministri tenutosi nella sera di martedì 15 ottobre in merito alla manovra 2025 per recuperare i fondi necessari a sostenere gli aiuti a famiglie, giovani e imprese. Questa modifica arriva dopo che appena nel 2024 era stata introdotta l’aliquota al 26% per le plusvalenze provenienti da cripto. Questa regola, però, vale solo se le plusvalenze superano la soglia dei 2000€, sotto la quale non vengono tassate.

Oltre a questa brutta notizia per i proprietari di bitcoin e compagnia, Leo ha parlato di diverse altre novità nel sistema fiscale. È in arrivo, infatti, anche una nuova una web tax con delle modifiche importanti: “Sui ricavi da web tax lavoriamo eliminando tetto di 750 mila euro e la parte prodotta in Italia relativa a 5 milioni, quindi eliminiamo le soglie”.

Infine, anche per i rimborsi delle corse dei taxi cambiano le regole: addio alla ricevuta cartacea, solo pagamenti con carta di credito. Le parole di Maurizio Leo sono infatti state: “Per la lotta all’evasione fiscale, è prevista la tracciabilità delle spese, per esempio la spesa per l’utilizzo dei taxi o per la rappresentanza ai fini della deducibilità per le imprese, è necessario usare la carta di credito e inoltre è previsto il collegamento dei Pos con il registratore di cassa”.

Ma come si dichiarano le criptovalute?

Dopo anni di vuoto normativo, solamente a partire dalla legge di Bilancio 2023 l’Agenzia delle Entrata ha iniziato a considerare le criptovalute come delle valute estere semplificando, quindi, gli adempimenti fiscali per chi possiede cripto-attività. Le criptovalute sono inserite nel nuovo quadro W del modello 730/2024, che sostituisce il quadro RW per il monitoraggio fiscale.

Grazie a questa modifica, è più facile dichiarare le attività estere di natura finanziaria o patrimoniale, inclusi i wallet crypto, i conti digitali e altri strumenti utilizzati per la conservazione delle criptovalute. Questo quadro è utilizzato anche per calcolare le imposte dovute, come IVIE, IVAFE e l’imposta sostitutiva sulle cripto-attività.

facsimile di una sezione del modello W per la dichiarazione delle criptovalute

Ecco i principali passaggi per la compilazione del nuovo quadro W:

  • Colonna 10 (Giorni IVAFE – Cripto-attività): qui bisogna indicare il numero di giorni in cui si sono detenute criptovalute soggette a IVAFE o all’imposta sulle cripto-attività.
  • Colonna 12 (Credito d’imposta): in questa sezione si inserisce il credito d’imposta, che corrisponde all’imposta patrimoniale già versata nello Stato in cui si trova la cripto-attività. Importante notare che l’importo non può essere superiore all’imposta dovuta in Italia.
  • Rigo W8 (Sezione IV – Versamenti e residui Imposta cripto-attività): qui va riportata l’eccedenza di versamento a saldo dell’imposta sulle cripto-attività. Se l’importo versato tramite modello F24 (codice tributo 1717) è superiore all’imposta dovuta, si indica la differenza.

Se l’obbligo è solo quello di monitoraggio fiscale e non di liquidazione delle imposte, basterà barrare la colonna 16 senza ulteriori adempimenti.