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Dazi USA frenano l’export globale: cresce l’incertezza tra le imprese

Le nuove misure protezionistiche degli Stati Uniti stanno scuotendo il commercio internazionale. Secondo uno studio pubblicato da Allianz Trade, il 42% delle aziende esportatrici a livello globale prevede un calo significativo delle entrate, rispetto al 5% prima dell’annuncio ufficiale dei nuovi dazi voluti dall’ex presidente Donald Trump, lo scorso 2 aprile, ribattezzato ‘Liberation Day’.
Il dato, emerso da un sondaggio condotto tra marzo e aprile su oltre 4.500 imprese in nove paesi (tra cui Germania, Francia, Italia, Spagna, Polonia, Regno Unito, Stati Uniti, Singapore e Cina), evidenzia una diffusa preoccupazione per le prospettive del commercio internazionale nel 2025.
Germania in prima linea tra i più colpiti
In Europa, la Germania si conferma uno dei paesi più esposti: il 39% delle imprese tedesche prevede un calo delle entrate da esportazione. Le preoccupazioni riguardano non solo la contrazione della domanda statunitense, ma anche un contesto globale sempre più segnato da incertezze geopolitiche e da un ritorno al protezionismo.
Il 35% delle aziende tedesche indica infatti i rischi geopolitici e il protezionismo come fattori principali di instabilità, una percentuale più alta rispetto alla media del 29% registrata negli altri paesi.
Appelli alla cooperazione internazionale
Le reazioni non si sono fatte attendere. Il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil ha ribadito la necessità di una rapida risoluzione delle controversie commerciali con Washington, sottolineando l’importanza di un quadro multilaterale per la stabilità economica globale.
Anche José Luis Escrivá, membro del consiglio della Banca Centrale Europea, ha lanciato un monito: le politiche commerciali statunitensi rischiano di minare la fiducia degli investitori internazionali e compromettere la crescita economica. Secondo Escrivá, l’imprevedibilità delle misure annunciate da Trump mette a rischio la tenuta dei mercati finanziari.
Adattarsi a un commercio più incerto
In questo scenario, le imprese sono costrette a rivedere le proprie strategie. Molte stanno già cercando nuovi mercati di sbocco e diversificando le catene di approvvigionamento, nel tentativo di ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.
Le tensioni commerciali rappresentano una sfida ma anche un’opportunità per chi saprà innovare e adattarsi. La capacità di leggere i cambiamenti geopolitici e di reagire con flessibilità sarà fondamentale per mantenere competitività e resilienza.