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Giornali, influencer o newsletter? Quali sono le fonti preferite dai chatbot AI?
Un recente studio realizzato da Muck Rack, ha analizzato oltre un milione di prompt inseriti in AI come ChatGPT, Claude e Gemini. Il risultato? Le risposte a domande fattuali citano principalmente fonti giornalistiche affidabili, testimonianze di influencer, contributi da parte del pubblico, e persino contenuti generati dagli utenti.
Un netto allontanamento dal marketing sponsorizzato
Il rapporto evidenzia uno spostamento netto: i chatbot evitano contenuti promozionali, annunci e link sponsorizzati. Questo costituisce una differenza sostanziale rispetto alla SEO tradizionale, enfatizzando come le AI privilegino contenuti organici e di valore .
Espansione di formati e nicchie editoriali
Oltre ai media mainstream, emergono nei risultati delle AI anche contenuti da podcast, newsletter (come Substack), riviste di nicchia, testate specializzate e enciclopedie online. Claude, in particolare, tende a citare di più fonti accademiche, tecniche o di enti federali, rispetto a ChatGPT e Gemini .
L’importanza per i brand e i giornalisti
Le implicazioni sono chiare: la visibilità di brand e figure pubbliche nel panorama delle AI generative può influire su reputazione, investimenti e acquisizione di pubblico o talenti. In risposta, Muck Rack ha creato Generative Pulse, un tool pensato per monitorare come questi soggetti vengano rappresentati nei riscontri generati dall’AI.
Differenze tra gli AI e l’effetto delle domande
ChatGPT, Claude e Gemini mostrano abitudini diverse nell’uso delle fonti: cambia il tipo di fonte in base al prompt e al motore AI. Ciò dimostra che le citazioni non sono casuali, ma frutto di una selezione mirata
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