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Google vince il ricorso con l’antitrust europeo. Cancellata sanzione da 1,7 miliardi di euro

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Google ha ottenuto una vittoria importante nella sua battaglia legale contro l’Unione Europea, riuscendo a ribaltare una multa antitrust da 1,7 miliardi di euro, imposta dalla Commissione Europea nel marzo 2019. La multa, pari a €1,49 miliardi, era stata inflitta per presunte violazioni delle norme sulla concorrenza da parte di Google, che avrebbe sfruttato la sua posizione dominante nel settore della pubblicità tramite search ads tra il 2006 e il 2016.

La Corte Generale dell’UE, che ha esaminato il caso in appello, ha confermato in gran parte le conclusioni della Commissione, ma ha annullato la decisione in toto. Il motivo della sentenza è che la Commissione non avrebbe considerato tutte le circostanze rilevanti durante la valutazione della durata delle clausole contrattuali giudicate abusive. Questo errore procedurale ha portato alla cancellazione della multa.

La Commissione Europea ha ancora la possibilità di fare appello alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CJEU) su questioni di diritto, ma al momento non ha ancora deciso se perseguirà questa strada. La portavoce della Commissione, Lea Zuber, ha dichiarato che l’organo “prende atto” della sentenza e la esaminerà “attentamente” prima di decidere i prossimi passi.

Questa decisione segue altre vittorie legali dell’UE contro Google, come il caso Google Shopping, e la conferma della sentenza sul recupero di 15 miliardi di dollari in tasse arretrate da Apple. Tali vittorie potrebbero spingere la Commissione a tentare un nuovo ricorso contro Google, poiché molte delle sue conclusioni nel caso AdSense sono state comunque convalidate dalla Corte Generale.

Nel frattempo, la Commissione Europea ha avviato una nuova indagine antitrust nel 2021 sul funzionamento dell’intera filiera dell’adtech di Google. La commissaria alla concorrenza dell’UE ha già avvertito che, se le preoccupazioni saranno confermate, una delle possibili soluzioni potrebbe essere lo smantellamento dell’impero pubblicitario di Google.

Oltre alla decisione su Google, la Corte Generale ha emesso un’altra sentenza importante lo stesso giorno, confermando in gran parte la multa da 242 milioni di euro imposta a Qualcomm nel luglio 2019 per pratiche predatorie sui chip baseband. Qualcomm aveva chiesto l’annullamento o la riduzione della multa, ma la Corte ha confermato la sanzione, riducendola solo leggermente a 238,7 milioni di euro.

Questa sentenza rappresenta un sollievo per la Commissione Europea, che aveva subito una sconfitta contro Qualcomm nel 2022, quando un’altra sanzione contro la società era stata annullata dalla Corte Generale. Le possibilità legali per Qualcomm di contestare quest’ultima decisione sono ora limitate a un eventuale ricorso per questioni di diritto alla Corte di Giustizia dell’UE.

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