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La nuova Destra? Per l’AI non esiste

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L’intelligenza artificiale generativa (generative AI) rappresenta ancora un pericolo per l’industria dei media digitali e per molti lavori attualmente svolti da giornalisti. Tuttavia, se l’IA dovesse effettivamente dominare il futuro del giornalismo, ci potrebbe essere un risvolto positivo imprevisto: la marginalizzazione dei media di estrema destra.

Accordi tra editori e OpenAI: chi ci guadagna?

Secondo Semafor, un numero crescente di editori di alto profilo – tra cui Associated Press, Financial Times, Politico, Axel Springer (proprietario di Business Insider) e News Corporation (proprietario di Wall Street Journal e New York Post) – ha stretto accordi con OpenAI, creatore di ChatGPT. In cambio di denaro, questi editori concedono in licenza i propri archivi per addestrare i modelli di intelligenza artificiale di OpenAI. Se da un lato OpenAI ottiene contenuti di alta qualità per i suoi modelli, dall’altro non è chiaro quale sia il reale vantaggio per gli editori.

OpenAI punta sui giganti dell’informazione

Fatto interessante, sembra che questa opportunità non sia valida per tutti. Finora, gli accordi di licenza di OpenAI si sono concentrati su marchi e editori dei media tradizionali. A rimanere esclusi sembrano essere i media digitali di parte, in particolare quelli di estrema destra come The Daily Caller e The Daily Wire, che hanno entrambi confermato a Semafor di non aver ricevuto alcuna richiesta di licenza da OpenAI.

In sintesi, se OpenAI dovesse davvero rivoluzionare l’economia già frammentata dell’editoria digitale, i media di parte che si collocano ai margini ideologici potrebbero essere i più colpiti.

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Si prospetta un’AI faziosa?

Parlando con Semafor, il co-fondatore di The Daily Caller, Neil Patel, ha criticato le “aziende tecnologiche di sinistra” per “ignorare i media di informazione di cui si fida metà dell’America e concentrarsi esclusivamente sull’addestramento di modelli di intelligenza artificiale utilizzando fonti di notizie di sinistra”. “Il risultato”, ha proseguito, “sarà naturalmente un sistema di intelligenza artificiale scioccantemente di parte che avrà influenza e persino controllo su molti aspetti della vita”.

Tuttavia, è interessante notare che l’accordo di OpenAI più recente è stato proprio con News Corp, il gigante dei media di proprietà della famiglia Murdoch, tradizionalmente schierato a destra. Sembra inoltre che OpenAI sia in trattative con Fox News, canale leader dell’intrattenimento conservatore.

Nel frattempo, altri media digitali di sinistra non legati alla tradizione, come HuffPost o Jezebel, non hanno nemmeno loro accordi di licenza milionari con OpenAI. Secondo Semafor, OpenAI ha prestato maggiore attenzione alla causa legale intentata dal New York Times per violazione del copyright rispetto alle cause simili presentate da testate digitali più piccole.

In altre parole, al momento OpenAI sta semplicemente dando la priorità alle istituzioni mediatiche con decenni di dati di alta qualità. Quale sarà il futuro delle pubblicazioni di estrema destra rimane un’incognita.

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