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Fintech

Marshmallow: l’insurtech che sfida le regole

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Nata come una startup focalizzata sull’assicurazione auto per migranti e categorie trascurate dal sistema tradizionale, Marshmallow è oggi una delle realtà più promettenti del settore insurtech in Europa. Con sede a Londra, l’azienda è riuscita a sfruttare al massimo le potenzialità della scienza dei dati e dell’intelligenza artificiale per valutare il rischio in modo più equo e preciso, assicurando oltre un milione di automobilisti e generando 500 milioni di dollari in ricavi annuali. Un successo travolgente che ha convinto investitori del calibro di Portage Capital, BlackRock e Columbia Lake Partners a scommettere ancora: Marshmallow ha appena chiuso un nuovo round di finanziamento da 90 milioni di dollari, metà in equity e metà in debito, portando la valutazione a oltre 2 miliardi di dollari.

Obiettivo: sportello unico

Il futuro di Marshmallow va ben oltre la semplice assicurazione auto. Il CEO Oliver Kent-Braham ha dichiarato che i nuovi fondi saranno utilizzati per espandere l’offerta a nuovi prodotti assicurativi e finanziari, tra cui l’assicurazione casa e servizi di prestito. L’idea è quella di costruire uno sportello unico per tutto ciò che un nuovo arrivato nel Regno Unito potrebbe aver bisogno per integrarsi: mobilità, casa, credito. Una visione che si scontra con il contesto attuale post-Brexit, ma che trova forza nei numeri: nel solo 2024, il Regno Unito ha accolto 1,2 milioni di migranti, mentre il numero di lavoratori in uscita dalla forza lavoro supera quello dei nuovi entranti. Per Marshmallow, l’integrazione sociale passa anche dalla possibilità di possedere un’auto, avere un’assicurazione e accedere al credito. Il primo prodotto di prestito dovrebbe essere lanciato entro la fine dell’anno.

Unicorno inclusivo

Dietro il successo di Marshmallow non c’è solo la tecnologia, ma anche una visione profondamente inclusiva. Fondata dai gemelli Oliver e Alexander Kent-Braham, insieme a David Goaté, la startup è una delle pochissime realtà unicorno nel Regno Unito ad avere un fondatore nero. Un elemento tutt’altro che secondario in un’industria ancora poco rappresentativa: nel 2024, solo il 3% delle startup con valutazioni superiori al miliardo aveva fondatori neri, tra Regno Unito e Stati Uniti. Mentre negli USA si assiste allo smantellamento di programmi di diversità e inclusione, Marshmallow dimostra che una leadership diversa può essere un punto di forza strategico. Come ha sottolineato Devon Kirk di Portage Capital, “i servizi finanziari trarranno beneficio da prospettive diverse e leader che trovano soluzioni innovative per soddisfare nuove esigenze”. In un panorama europeo dove non tutte le insurtech riescono a sostenersi – come dimostra il caso WeFox – Marshmallow rappresenta un modello virtuoso di crescita, inclusione e solidità.