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OpenAI chiede all’amministrazione Usa di estendere il credito fiscale del CHIPS and Science Act alle infrastrutture per l’IA
OpenAI ha inviato una lettera al governo statunitense — indirizzata a Chris Lehane, chief global affairs officer della società, e a Michael Kratsios, direttore dell’Office of Science and Technology Policy — in cui sollecita l’ampliamento dell’ambito del credito fiscale “Advanced Manufacturing Investment Credit” (AMIC) previsto dal Chips Act, attualmente riservato alla produzione di semiconduttori e strumentazione correlata.
La richiesta è di includere nell’agevolazione anche server per intelligenza artificiale, data center dedicati all’IA e componenti della rete elettrica ad alta tensione che supportano tali infrastrutture.
Nel documento, OpenAI sostiene che questa estensione del credito fiscale permetterebbe di ridurre il costo del capitale, mitigare i rischi degli investimenti iniziali e accelerare la costruzione delle infrastrutture necessarie alla crescita dell’IA negli Stati Uniti.
Contemporaneamente, la società ha chiarito di non chiedere garanzie governative dirette per i propri data center — pur avendo discusso in passato possibili prestiti o garanzie per stabilimenti di produzione di chip — sottolineando che il credito fiscale è distinto da un sostegno diretto con fondi pubblici.
Questo sviluppo arriva nel contesto dell’impegno di OpenAI a investire circa 1,4 mila miliardi di dollari nei prossimi otto anni in capacità computazionale e infrastrutture.
La mossa riflette anche la crescente attenzione degli Usa a mantenere una leadership nell’ecosistema dell’IA, superando colli di bottiglia legati a potenza elettrica, materiali strategici e infrastrutture fisiche.
L’esito della richiesta dipenderà dal grado di supporto che l’amministrazione e il Congresso vorranno dare all’estensione dell’AMIC e dalla volontà di considerare le infrastrutture dell’IA alla stregua delle fabbriche di chip in termini di politica industriale.










