Innovazione
SoftBank: 9 miliardi per le startup sull’IA
SoftBank, la società tecnologica giapponese, starebbe pianificando di investire quasi 9 miliardi di dollari nell’Intelligenza Artificiale (IA). Negli ultimi 12 mesi, gli investimenti e gli impegni dell’azienda sono più che raddoppiati, raggiungendo gli 8,9 miliardi di dollari, secondo quanto riportato dal Financial Times (FT) domenica 26 maggio.
“In linea di principio, manterremo lo stesso tipo di tendenza in termini di ritmo di attività di investimento”, ha dichiarato al FT Yoshimitsu Goto, direttore finanziario di SoftBank. “Da ora in poi, vogliamo aumentare gli investimenti nelle società di intelligenza artificiale”.
“Il motivo per cui abbiamo mantenuto il nostro bilancio a un livello molto sicuro è perché vogliamo essere preparati”, ha aggiunto, “e vogliamo essere flessibili se c’è qualcosa su cui vorremmo muoverci”.
L’Intelligenza Artificiale Generale come obiettivo per SoftBank
Lo scorso anno, Masayoshi Son, CEO di SoftBank, ha previsto che l’intelligenza artificiale generale (AGI) – un sistema informatico in grado di eguagliare o superare il pensiero e il ragionamento umano – diventerà 10 volte più potente di tutta l’umanità entro la fine di questo decennio. “Approfittatene o venite lasciati indietro”, ha affermato Son.
Forte concorrenza nel settore dell’IA
Il rapporto sottolinea che SoftBank si trova a fronteggiare una concorrenza agguerrita nel campo dell’IA, poiché giganti della tecnologia come Microsoft, Amazon e Google hanno investito miliardi di dollari in partnership con startup che sviluppano modelli di intelligenza artificiale. Inoltre, le principali società di venture capital sono desiderose di fare affari con aziende che creano prodotti e applicazioni di intelligenza artificiale.
Secondo delle indiscrezioni, la scorsa settimana Microsoft e Amazon hanno già stanziato complessivamente oltre 40 miliardi di dollari per progetti legati all’IA e ai data center in tutto il mondo quest’anno.
Investimenti strategici all’estero
La decisione di investire massicciamente nelle infrastrutture di IA all’estero è motivata dalla volontà di sfruttare la crescente domanda mondiale di tecnologie di intelligenza artificiale, nonché dalla necessità di avere data center costruiti in regioni dove sta avvenendo il passaggio al cloud computing, garantendo tempi di elaborazione più rapidi e mantenendo sicuri e privati i dati.