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Le Banche Acquistano Fintech per Resistere all’Avanzata delle Big Tech nei Pagamenti
Un rapporto di Economist Impact, che ha coinvolto 300 banche a nome della piattaforma bancaria Temenos, ha rivelato che il 40% delle banche vede le giganti tecnologiche come i loro principali concorrenti nei prossimi cinque anni.
L’influenza e la minaccia delle aziende tecnologiche come Google e Microsoft sono aumentate nettamente negli ultimi tre anni. Big Tech come Apple Pay e PayPal hanno guadagnato una significativa quota di mercato, offuscando le tradizionali linee di separazione tra banche e pagamenti e attività commerciali.
Le preferenze dei consumatori per le super app one-stop e la insoddisfazione per la velocità e i costi dei trasferimenti bancari stanno inclinando il bilancio a favore delle grandi aziende tecnologiche che entrano nel mercato dei pagamenti.
Di conseguenza, quasi la metà delle banche intervistate dall’Economist Intelligence Unit (EIU) sta cercando di acquisire maggioranze in fintech per consolidare la loro offerta di mercato e creare servizi di pagamenti online in grado di competere con le grandi giganti tecnologiche.
Mick Fennell, direttore della linea di business presso Temenos Payments, afferma: “Il nuovo campo di battaglia per le banche è incentrato sul futuro dell’industria dei pagamenti. La prossima generazione sta richiedendo un nuovo livello di sofisticatezza per quanto riguarda i pagamenti istantanei. Le banche che vogliono prosperare nella prossima decade devono essere in grado di incorporare un’offerta che sia istantanea, senza soluzione di continuità e sicura, così da continuare a operare come fornitori di pagamenti quotidiani ai loro clienti e rimanere al passo con le aspettative imposte dalle giganti tecnologiche globali.”
Preoccupate per le incursioni nel loro territorio, le banche stanno spingendo i regolatori finanziari a limitare le attività più eccessive delle Big Tech e ad aumentare la supervisione usando il mantra “stesso business, stesse regole”.
In febbraio, un membro senior del consiglio presso la Banca dei Regolamenti Internazionali ha chiesto una risposta regolamentare coordinata per limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche come Amazon, Apple e Google, sostenendo che le regole attuali “non sono adatte allo scopo”.
Augustus Carsens, direttore generale della BRI, sostiene che la padronanza delle Big Tech sui dati degli utenti unita alle loro dimensioni e portata possono innescare cambiamenti rapidi nell’industria dei servizi finanziari, mettendo le banche consolidate in una posizione di svantaggio competitivo.
“È giunto il momento di una riconsiderazione regolamentare, ed è ora di considerare opzioni concrete per agire”, ha dichiarato.
Negli Stati Uniti, il Consumer Financial Protection Bureau ha pubblicato ieri una regola proposta che vedrebbe le società finanziarie non bancarie che gestiscono più di cinque milioni di transazioni all’anno soggette alle stesse regole delle grandi banche e cooperative di credito.
La regola riguarderebbe circa 17 aziende, principalmente Google, Apple, PayPal e Block, operatore di CashApp. Queste aziende dovrebbero conformarsi alle leggi applicabili sui trasferimenti di fondi, sulla privacy e su altre leggi a tutela dei consumatori.